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Sci fai da te a Innsbruck

Quest’anno gli sci me li faccio io! Quante volte ogni sciatore appassionato ha immaginato di disegnare e fabbricare lo sci dei sogni, magari più morbido in punta, con il logo di famiglia… È l’ultima frontiera della ‘customizzazione’ e oggi a Innsbruck è possibile. Nella capitale del Tirolo austriaco, infatti, la SPURArt  (letteralmente ‘arte della traccia’)  propone workshop per la realizzazione di sci fatti a mano e su misura. Detto così sembra un gioco, ma è tutto molto serio e a prezzi concorrenziali.

Michael Freymann, l’inventore di questa micro-fabbrica costruttrice di sci, con un passato come ski tester per le riviste specializzate (oltre 1.500 modelli provati) organizza workshop che iniziano il venerdì alle 18 e terminano la domenica alle 16. E a fine corso si torna a casa con gli sci costruiti con le proprie mani. Ci sono workshop quasi tutti i fine settimana, ma il processo di produzione è più lungo. Nel momento della prenotazione, infatti, viene spedito a casa un manuale sul design e sulle tecniche di costruzione e tre settimane prima del workshop si è contattati per finalizzare il progetto. Nella fabbrica di Innsbruck, poi, un esperto affianca i clienti nelle fasi di lavorazione. Il costo? 690 euro. Sono esclusi gli attacchi, montabili in azienda, e la finitura di soletta e lamine (48 euro) per il primo utilizzo. A conti fatti, costa ome uno sci top di gamma acquistato in negozio… Con la differenza che appena lo sci è pronto lo si può provare. «Ho scelto Innsbruck proprio perché è al centro delle Alpi e a pochi passi dalle piste di sci, mentre molte aziende costruttrici sono in pianura» dice Freydmann. SPURArt costruisce sci tradizionali, basati sulla tecnologia sandwich e anche modelli da scialpinismo. La novità di quest’anno è la possibilità di costruire il proprio snowboard… Provare per credere!

Per informazioni: Tirol Info: Maria-Theresien-Str. 55 6010 Innsbruck, Austria tel:  +43 512 7272-0  info@tirol.atwww.tirolo.com

Altre offerte di vacanze speciali sulle Alpi austriache si trovano su www.offerte.tirolo.com

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Gourmet Ski Safari

La stagione invernale in Alta Badia si apre quest’anno con il Gourmet Ski Safari, un appuntamento nato per gli appassionati dello sci e della buona cucina, in programma per domenica 2 dicembre 2012, dalle 10 alle 16.

Quel giorno, sei chef  aspettano gli sciatori nelle baite assegnate per deliziarli con i loro menu Slope Food. Chi sono:

Norbert Niederkofler (ristorante St.Hubertus, 2 stelle Michelin), abbinato al rifugio Bioch, per il quale ha creato l’aperitivo “Marmolada Gourmet”,  una tartara di salmerino con crema di patate e limone, spuma di Graukäse, cipolla bianca brasata con aceto di vino bianco e speck croccante, cetrioli e rafano. L’aperitivo può essere accompagnato da un aromatico Gewürztraminer dell’Alto Adige.

Arturo Spicocchi (ristorante La Stüa de Michil, 1 stella Michelin), ospite del rifugio I Tablá, per il quale ha creato un guancio di maiale al miele dorato su spuma di patate e rafano con speck croccante. Lo chef consiglia di abbinarci un Santa Maddalena, versione locale della Schiava prodotta nella zona di Bolzano.

Fabio Cucchelli (ristorante La Siriola, 1 stella Michelin), abbinato alla new entry, il rifugio Ciampai. Per il rifugio lo chef stellato realizza un baccalà mantecato, polenta e speck, abbinato a un Pinot Bianco dell’Alto Adige.

Lorenzo Cogo, chef del ristorante El Coq di Marano Vicentino, presenta al Club Moritzino un’insalata vegetariana con fiori, frutti ed erbe dell’Alto Adige. I sommelier consigliano di abbinare questo stuzzichino a un Sauvignon sapido altoatesino.

Matteo Vigotti, chef del Ristorante Peck di Milano, sccoglie gli ospiti al rifugio Col Alt con un croccante di pane di montagna e budino di Parmigiano, mele e speck, abbinato a un Gewürztraminer.

Lo chef londinese John Burton al rifugio Piz Arlara, prepara manzo dell’Alto Adige, speck e pasticcino di mele, al quale abbina un corposo Lagrein, fatto con uva autoctona.

Gli sciatori possono andare sugli sci da una baita all’altra per degustare aperitivi e piatti con un unico ticket, acquistabile presso i rifugi al prezzo di 40 €.

Dal 15 dicembre 2012 al 30 aprile 2013, sempre in Alta Badia, si può partecipare al concorso Sciare con gusto per vincere i vini altoatesini presso le 12 baite che aderiscono al concorso. Info: www.skiwine.com

Pacchetto Gourmet Ski Safari con arrivo venerdì 30 novembre:
– 2 pernottamenti con prima colazione o mezza pensione (in base all’esercizio scelto)
– 2 giorni skipass Alta Badia
– ticket per il Gourmet Skisafari

Prezzi:
Camera e colazione per 2 persone a partire da 344 €.
Mezza pensione per 2 persone a partire da 430 €.

Info: Consorzio Turistico Alta Badia – www.altabadia.org – tel.0471 836176 – info@altabadia.org

Sale d’Istria

Un baia naturale su un mare delicato e calmo che si innervosisce solo nelle giornate di Bora. Siamo a Portorose, sulla costa slovena tra il confine italiano e quello croato. Una località celebre per le sue proposte legate al relax e al benessere termale. La Città delle Rose era nota per le sue acque già nel XIII secolo. Nel tempo, in questo angolo di Istria si è sviluppata una tradizione termale rinomatissima grazie alla talassoterapia, un’antica cura che impiega i prodotti del mare: acqua, alghe, fango marino, sale e sabbia. Il sale e il fango a uso termale provengono, ancora oggi, dalle non lontane saline della zona, come quelle di Sicciole. Un parco naturale in cui nidificano rare specie d’uccelli come i cavalieri d’Italia o le sterne, con un museo, una boutique, una galleria e visite guidate.

Le terme di Portorose, come quelle di Krka, attraggono turisti da tutta Europa. L’acqua termominerale, un mare primordiale di 42.000 anni che sorge da una trivellazione di 705 metri a 23 °C, è un toccasana per diverse malattie della pelle e ortopediche e nella cura delle delle infiammazioni. Poi dopo terme, passeggiate e jogging, la sera si tenta la fortuna al Grand Casino dove si gioca all’adrenalinico Texas Hold ‘em Poker.

Anche gli stimoli culturali non mancano: a pochi chilometri da Portorose c’è Pirano, una striscia di terra che si distende sul mare, città di origine medievale con architetture in stile veneziano. Da non perdere la Chiesa di San Giorgio e la rocca sulla collina con le mura orlate.

Anche la gastronomia da queste parti è legata dal mare e alla sua ricchezza. Irene Fonda è una biologa che insieme ai fratelli alleva branzini in modo naturale utilizzando gabbie in mare aperto. La qualità è assicurata da avannotti ben selezionati e dall’uso di mangimi di altissima qualità. I pesci sono allevati per 4-5 anni fino al raggiungimento del peso medio di 500 grammi. Irene non ha sottovalutato gli aspetti di marketing promuovendo anche il sale e l’olio istriano, ingredienti fondamentali per cucinare i suoi branzini che possono essere ordinati via mail o telefono e recapitati con speciali imballaggi. Gli allevamenti si possono visitare su prenotazione (info@fonda.siwww.fonda.si).

A mezz’ora di macchina da Portorose, nel Carso, si trovano le scuderie di Lipizza dove da 400 anni si allevano i famosi cavalli di razza lipizzana, frutto di incroci tra stalloni andalusi e giumente locali. È un animale di grande intelligenza e memoria, focoso, ma facile da ammaestrare, che nasce con il pelo bruno ma crescendo diventa un elegante cavallo bianco. A Lipizza vengono organizzate visite guidate alle scuderie e al museo interattivo che illustra la storia della razza (www.lipica.org).

Gli eventi: Festa delle rose e dei fiori – dal 4 al 6 maggio, esposizione di orticoltura, mostre d’arte, presentazioni cosmetiche e seminari sui fiori, tutto nel centro della città.

Dormire a Portorose
Al posto del  complesso Bernardin costruito nel 1977 attorno alle rovine della chiesa di San Bernardino, sulla parte più bella della costa adriatica slovena, tra la vecchia pittoresca cittadina di Pirano e Portorose, fra il mare e la verde collina ci sono ora due hotel. Il Grand Hotel Bernardin è un 5 stelle di 12 piani e 241 camere con spa di 2000 metri quadrati e piscina panoramica vista mare. Ci sono anche spiaggia privata con piscine per bambini (da 190 €). L’Hotel Histrion è invece 4 stelle su 3 piani, circondato dal mare e con un porticciolo proprio. È un albergo per famiglie con parco acquatico coperto (h-bernardin.si; da 140 €).

Kempinski Palace è un 5 stelle che ha fatto la storia di Portorose: nella grande sala da ballo l’arciduca Francesco Ferdinando apriva il valzer per l’aristocrazia austro-ungarica. Oggi oltre all’ala del XIX secolo, ce n’è una più contemporanea. Nel complesso c’è tutto: mare a una passeggiata, centro benessere, piscina interna, jacuzzi, sauna aromatica, spazi meeting (reservations.portoroz@kempinski.comkempinski.com/portoroz; da 190 €).

Grand Hotel Portorose In centro città e vicino dal mare, 181 camere,  centro termale & wellness (booking@lifeclass.nelifeclass.net; da 145 €).

Dormire a Pirano Hotel Tartini. Un tre stelle da mettersi in agenda: 45 camere, sale meeting e una bellissima terrazza che domina il porto e la piazza centrale (www.hotel-tartini-piran.com, info@hotel-tartini-piran.com; da 90 €)

Mangiare
Tomi Nell’omonimo albergo, vicino a Portorose, si mangia il buon pesce d’Istria ben cucinato (www.hotel-tomi.eu, tomi.m@siol.net; da 30 €).

Info: Booking Slovenia, tel. 02 29511187 (ufficio sloveno, tel. +386/42803030), www.slovenia.info.

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Milano dal pallone

È stata la mia prima volta! Non avevo mai messo piede su una mongolfiera in vita mia. Anzi per essere più precisi su un pallone aerostatico. La mongolfiera infatti si libra grazie a un bruciatore che scalda l’aria, il pallone è invece un pallone rigonfio di un gas più leggero dell’aria. L’occasione me l’ha data una manifestazione che si è tenuta l’8 settembre 2012 all’ippodromo del trotto di San Siro a Milano. L’ascensione prevedeva un sollevamento fino a 100 metri di altezza. Quattro funi, fortunatamente robuste, trattenevano il pallone nella sua spinta libera verso l’atmosfera.

Emozione, devo dire, tanta. Da una parte ero rassicurato dal fatto che il pallone fosse ancorato, ma d’altra avrei avuto voglia di sorvolare tutta Milano in balia del vento. Anche se la giornata non era tersa, da quell’altezza, in un cesto di 4 metri quadrati, avevo davvero una visione a 360° gradi sulla città, dalla quale svettano i nuovi grattacieli e le ardite architetture delle zone Fiera e Garibaldi.

La manifestazione era organizzata dal Centro Studi Grande Milano in occasione del suo decennale. Un’associazione nata nel 1998 dall’incontro di esponenti del mondo della cultura, dell’economia, della scienza, della solidarietà con lo scopo di promuovere e divulgare l’idea e i valori di una grande Milano che si confronta con le metropoli europee e internazionali.

Tra le iniziative più note dell’associazione il premio: “Le Nuove Guglie della Grande Milano”, conferito alle personalità che si sono distinte nei diversi settori di competenza per aver contribuito a rendere la “Grande Milano” riconoscibile nel mondo.

Info: Centro Studi Grande Milano
piazza Duomo 17, Milano
tel. 0245471828
www.centrostudigrandemilano.org

Per il volo in mongolfiera tra i cieli di Lombardia e altre regioni: www.mongolfiereitalia.com

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La spiaggia di Saint Louis

Mi sveglio all’alba, con un’energia fuori dal comune. I tanti racconti sulla spiaggia di Saint Louis mi danno una forza che a quest’ora, in altri luoghi, non avrei. Varco il portoncino del mio albergo colorato e vado verso il mare. Stride la calma di queste ore paragonata al tramonto, quando questa bella cittadina in stile coloniale ferve di attività.

Saint Louis fu fondata dai francesi alla fine del Seicento e fu il centro della tratta degli schiavi e del commercio della gomma. Le architetture confermano l’importanza che ebbe in passato questa città del Nord del Senegal, capitale dal 1872 al 1895 di tutta l’Africa occidentale francese.

Nel silenzio dell’alba mi avvicino al ponte di ferro che scavalca il fiume Senegal per raggiungere quel lungo e stretto lembo di città che si affaccia sull’oceano. Da questa immensa lingua di sabbia che ho davanti a me, negli anni, sono partite decine di imbarcazioni cariche di migranti verso le Canarie.

Un uomo scruta il mare pregando, forse ricorda le tragedie di chi ha sfidato quelle acque in cerca di riscatto. Sull’orizzonte navigano i grandi pescherecci delle multinazionali che rubano sardine, ricciole e orate  agli umili pescatori locali che ogni notte remano al largo su semplici piroghe colorate stracariche di reti.

Mi avvicino a un gruppo di persone. Sento la forza impetuosa della corrente sui piedi; per nulla al mondo mi perderei la scena: si scarica il pesce da una barca appena planata sul bagnasciuga; s’inizia a mercanteggiare; le donne affumicano e salano le sardine su impalcature di legno; i carretti trainati da spossati cavalli trasportano cernie, ricciole e piccoli squali verso i camion-frigoriferi che partono per le città dell’interno e per la capitale.

Ovunque, anche oggi, e anche nell’entroterra, si prepara il cebu-jen, piatto nazionale che spesso, quando il bottino è abbondante,  è a base di pesce.

Cerco di usare con discrezione la mia macchina fotografica per fissare l’incredibile vitalità di questa spiaggia. Ci sono ragazzi che giocano a pallone, anziani che discutono, bambini che si nascondono e donne che trasportano sulla testa ogni genere di mercanzia.

I pellicani frugano tra spazzatura e macerie. La luce sta diventando troppo intensa e anche il caldo si fa soffocante, torno in centro con addosso la malinconia della magia di un’alba che si è consumata troppo in fretta.

Andrea Foschi

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