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M’ama Food per Celim

M’ama Food nasce  durante una festa nel Centro di accoglienza di via Sammartini a Milano che, come tutti i centri, è soprattutto un luogo di relazioni. I pretesti per socializzare e condividere sono tanti: le ricorrenze, le partenze e gli arrivi, le feste religiose. Durante una festa si offre agli altri quello che ciascuno sa fare meglio cucinando i propri piatti tradizionali. Gustose specialità esotiche che riscuotono, da subito, ampi consensi. Di fronte a tante e variegate culture culinarie, è stata immediata l’idea di far nascere un progetto imprenditoriale promosso dalla cooperativa sociale “Farsi Prossimo“. E che il cibo fosse  la chiave giusta per ridare dignità alle donne ospiti del Centro, abituate nei loro paesi d’origine a cucinare per grandi nuclei famigliari, si è capito al volo.

Cento donne con i loro figli hanno avuto così l’opportunità di partecipare a questa bella avventura formativa e lavorativa: tutte propongono le ricette del proprio paese, reinterpretandole in stile mediterraneo, senza che venga mai persa l’essenza originale dei sapori delle loro terre lontane. Le donne coinvolte hanno alle spalle storie di persecuzione, maltrattatamenti o fuga da paesi in guerra. Con il tempo, inoltre, si è venuto a creare un nucleo di cuoche fisse, attorno al quale ruotano tutte le altre donne; ognuna di loro  frequenta corsi professionalizzanti . In questo modo, si creano opportunità lavorative sia all’interno del progetto stesso, sia all’esterno.

L’occasione per conoscere da vicino questa esperienza e degustare i cibi di M’ama Food è data da una bella e utile iniziativa proposta dall’ONG Celim prevista giovedì 26 marzo a Milano. Una cena | concerto in un aiuto alle donne migranti e alle famiglie siriane e palestinesi rifugiate nei campi profughi del Libano. Un evento, realizzato in collaborazione con Caritas Ambrosiana che prevede un buffet (piatti libanesi, greci, italiani, siriani ) e musiche tradizionali siro-libanesi grazie al liuto (Oud) e alla splendida voce di Ghazi Makhoul.
I fondi raccolti saranno utilizzati per migliorare le condizioni di vita delle donne migranti ospitate nei rifugi di Raifoun e di Burj Hammud e di 200 donne e 327 bambini e minori, siriani e palestinesi, del campo di Dbayeh (Beirut). Per garantire: assistenza psicologica, legale, istruzione, beni primari e inserimento professionale.

Info: Giovedi 26 marzo –  c/0 SANVITTORE49 – Via San Vittore 49 Milano , dalle 19,30 – offerta minima cena + concerto: 35 euro – offerta libera cena + concerto grande sostenitore: 50 euro

Per prenotazione (obbligatoria) dei posti e informazioni: CeLIM Milano – via San Calimero 11/13 – Milano Tel. 02 58316324 – info@celim.it www.celim.it

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Il vino di mele di Francoforte

Apfelwein è il famoso vino di mele di Francoforte, considerato da oltre 250 anni la bevanda tradizionale della capitale finanziaria della Germania, già noto ai tempi di Carlo Magno.

Chiamato anche Ebbelwei, Äbbelwoi, Äppler o Stöffche è una bevanda a basso contenuto di alcool che dicono porti  benefici alla circolazione e al sistema nervoso.La sua produzione  iniziò su larga scala nel XVI secolo, quando una malattia della vite compromise seriamente le vigne della regione. Il grande momento del sidro arrivò tuttavia nella metà del XVIII secolo, quando, a causa dei primi cambiamenti climatici, l’uva non riusciva più ad arrivare a maturazione. C’era quindi bisogno di un’alternativa e si iniziò a produrre “vino” partendo dal succo di mele. Con una licenza ufficiale gli osti servivano sidro di produzione propria e appendevano alla porta della taverna una corona verde che stava a indicare la vendita di sidro. Ancora oggi esiste la tradizione della corona e la passione per la produzione propria di sidro è ampiamente diffusa. Tra i più noti produttori: Höhl, Heil e Possmann.

Scoprire la città di Francoforte seguendo la “via” del sidro è davvero un’idea alternativa ed originale.Il quartiere Sachsenhausen è considerato oggi la roccaforte del consumo di sidro, ma viene gustato anche in molti locali del centro e della periferia. Si serve con il Bembel, tipica brocca di terracotta smaltata in grigio e blu, e bevuto in un bicchiere di vetro lavorato, il cosiddettoGerippte.

I veri intenditori lo gustano puro, in rare eccezioni lo bevono allungato con acqua minerale (chiamato Gespritzter).  Nei freddi mesi invernali l’Apfelwein è consumato anche caldo con varie spezie infuse, mentre in estate, con l’aggiunta di fragole fresche, viene trasformato in una sorta di punch freddo.La produzione di sidro inizia in ottobre con la spremitura delle mele e, a seconda delle stagioni, esistono diverse varietà della bevanda. Il succo di mele torbido, spremuto in autunno è chiamato Süßer (dolce) e non contiene alcool. Una volta trasferito nelle botti, fermenta velocemente e può essere servito come Rauscher.

Lasciandolo a fermentare in botte per tutto il periodo autunnale, raggiunge la sua massima intensità. Si ottiene così il vero e proprio Apfelwein. Prolungando ulteriormente la fermentazione in botte si ottiene l’Alter, un sidro leggermente invecchiato. Il segreto del suo gusto sta nelle  giusta combinazione di varietà di mele dolci e acidule, come la Speierling, una mela piccola e particolarmente soda, non adatta a essere mangiata. L’Apfelwein accompagna piatti sostanziosi come costatine di maiale e crauti, patate servite con la salsa verde tipica di Francoforte (Grüne Soße) e naturalmente anche “Handkäs mit Musik”, un piatto a base di formaggio marinato, servito con tante cipolle.

Info:
Tourismus+Congress Frankfurt am Main,
Tel.: +49 (0) 69 / 21 23 08 08, info@infofrankfurt.de www.frankfurt-tourismus.de

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